C'era una volta, là/ dalle parti di Chissà,/ il paese dei bugiardi./ In quel paese nessuno/ diceva la verità,/ non chiamavano col suo nome/ nemmeno la cicoria:/ la bugia era obbligatoria./ Quando spuntava il sole/ c'era subito uno pronto/ a dire: "Che bel tramonto!"/ Di sera, se la luna/ faceva più chiaro/ di un faro,/ si lagnava la gente:/ "Ohibò, che notte bruna,/ non ci si vede niente"./ Se ridevi ti compativano:/ "Poveraccio, peccato,/ che gli sarà mai capitato/ di male?"/ Se piangevi: "Che tipo originale,/ sempre allegro, sempre in festa./ Deve avere i milioni nella testa"./ Chiamavano acqua il vino,/ seggiola il tavolino/ e tutte le parole/ le rovesciavano per benino./ Fare diverso non era permesso,/ ma c'erano tanto abituati/ che si capivano lo stesso. / Un giorno in quel paese/ capitò un povero ometto/ che il codice dei bugiardi/ non l'aveva mai letto,/ e senza tanti riguardi/ se ne andava intorno/ chiamando giorno il giorno/ e pera la pera,/ e non diceva una parola/ che non fosse vera. / Dall'oggi al domani/ lo fecero pigliare/ dall'acchiappacani/ e chiudere al manicomio./ "E' matto da legare:/ dice sempre la verità"./ "Ma no, ma via, ma và ..."/ "Parola d'onore:/ è un caso interessante,/ verranno da distante/ cinquecento e un professore/ per studiargli il cervello ..."/ La strana malattia/ fu descritta in trentatre puntate/ sulla "Gazzetta della bugia"./ Infine per contentare/ la curiosità popolare/ l'Uomo-che-diceva-la-verità/ fu esposto a pagamento/ nel "giardino zoo-illogico"/ (anche quel nome avevano rovesciato ...)/ in una gabbia di cemento armato./ Figurarsi la ressa./ Ma questo non interessa./ Cosa più sbalorditiva,/ la malattia si rivelò infettiva, / e un po' alla volta in tutta la città/ si diffuse il bacillo/ della verità./ Dottori, poliziotti, autorità/ tentarono il possibile/ per frenare l'epidemia./ Macché, niente da fare./ Dal più vecchio al più piccolino/ la gente ormai diceva/ pane al pane, vino al vino,/ bianco al bianco, nero al nero:/ liberò il prigioniero,/ lo elesse presidente,/ e chi non mi crede/ non ha capito niente.


(Gianni Rodari, Il paese dei bugiardi, Le favole a rovescio).

domenica 22 luglio 2012

ASSOCIAZIONE ANIMALISTA ACL ONLUS: DOLCEROTT IN GERMANIA E VIVISEZIONE

Dal 18 luglio, sono ripresi in modo deciso gli attacchi contro di me, da parte di ACL, Associazione Canili Lazio. Evidentemente sempre più scomoda per un certo mondo "animalista" e davvero non ne capisco il motivo dato che chiedo solo trasparenza nelle adozioni e reale tutela dei nostri randagi, interessi che dovrebbero essere comuni e che invece mi procurano seri problemi.
Il fine quello di sempre, screditarmi accusandomi di "astrologia" come nel più oscuro  medioevo con la sua caccia alle streghe, innocenti e note vittime della follia dell'epoca, e di fantasie inattendibili date anche dal caldo. In sintesi sono pubblicamente proposta come una povera idiota, farneticante e forse un pò "furba" con quella "professione astrologa" attribuitami in modo assolutamente arbitrario, ad accentuare il discredito che a detta dei diffamatori, meriterei.
Diffamazione peraltro assolutamente sterile, dedicandomi io a produrre solo documenti che hanno senso  non in quanto pubblicati da me, ma per il significato che essi stessi rappresentano. Che a produrli quindi, sia la sottoscritta piuttosto che un gorilla o un marziano, niente cambia, ed è estremamente banale illudersi di privarli del loro significato attaccandomi. I fatti  che emergono da quanto pubblico, dipendono solo dagli autori dei comportamenti che a quella rappresentazione e valutazione della realtà portano.
Un'altra cosa che non capisco è come l'accanimento a volte addirittura persecutorio da parte di certi "animalisti" riunitisi in "associazioni animaliste" ed ormai arrivati alla illuminazione, nell'accusare terzi per una  presunta professione come per altri comportamenti, non si accompagni all'esclusione delle stesse categorie di soggetti  dalla raccolta fondi in una colletta. Per coerenza ACL ed altri gruppi che ne condividono il pensiero, dovrebbero escludere dall'invito a dare denaro, astrologi, sensitivi di qualsivoglia tipo, prostitute, porno star, cacciatori, allevatori, donne con pellicce, mangiatori di carne, per non parlare di macellai, vivisettori e così via. Chissà se un giorno vedremo scritto: colletta vietata a......, il 5 per 1000 non lo vogliamo da.....ma si sà, pecunia non olet, MAI.


 E' sempre più confermato in ogni caso, il fatto che delle associazioni animaliste in genere, come di certi animalisti, E' PERICOLOSO parlare, indipendentemente dalla documentazione prodotta in merito ai loro comportamenti, perchè le risposte  intimidatorie e diffamatorie che poi ne seguono, sono esplicite, reiterate nel tempo ed in nessun conto tengono la documentazione prodotta ed i fatti esposti.
Attrice qui ACL (Associazione Canili Lazio), vecchia conoscenza, coi suoi seguaci o volontari a seconda dei casi.
La storia inizia con la vicenda di Poeta pubblicata (qui), seguita poi  da altri due articoli a raccontare la vicenda dei cani di Giuliano di Roma e di Sgurgola, canili sotto sequestro ed i cani affidati ad ACL, (qui) e (qui)
L'antefatto: in data 17 giugno ho pubblicato in facebook come post visibile a tutti, questa foto con indicati tre link che corrispondono al protocollo d'intesa per i cani di Rieti (qui), ai cani di Rieti in vendita in Germania (qui) e ad un annuncio per reperire cani (qui)

A questo, segue dopo un mese, LA RISPOSTA DI ACL, sempre su facebook,   che riporto integralmente perchè niente cambi nel tempo e tale documentazione resti pubblica ed inalterabile. Rispondo perchè funzionale al mio impegno contro i traffici, dove agli insulti destinati a farmi perdere credibilità, rispondo documentando come sempre, il grande pericolo rappresentato dalle deportazioni.
https://www.facebook.com/media/set/?set=a.10151117718542619.503400.49628937618&type=1&fb_source=message

I COMMENTI
La risposta di ACL per ora termina qui, se continuerà farò aggiornamenti. Non entro in merito al comportamento di provocazione/diffamazione/intimidazione peraltro da alcuni di questi soggetti più volte praticato nel tempo ma vado rapidamente ad altro, non senza segnalare come interessante il link dei 100% animalisti indicato nella conversazione (qui).

Passo ora ad un mio articolo condiviso in facebook e come già accaduto per altri articoli, prontamente commentato dalla sig.ra Giuliana Montella, nel tentativo di screditarmi ed intimidire chi lo diffonde.
Giuliana Montella è nel direttivo di ACL (qui), ugualmente  la sig.ra Monica Virello ed il sig.Gianadrea Facchini commentatori dell'attuale  nota diffamatoria in facebook, contro la mia persona.

L'articolo condiviso: Ancora cani in vendita da Rieti (qui) la conversazione  è del 29 gennaio 2011 e si svolge fra tre persone, M, O e Giuliana Montella. Ho censurato M e O per evitare ogni forma di ripercussione nei loro confronti a seguito di quanto pubblico. Questa conversazione mi è stata inviata da persone estranee sia ad M che ad O.
Nella conversazione che segue si legge: Giuliana Montella: M...., la volontaria tedesca dice semplicemente che non TUTTI i cani mandati in Germania vanno alla vivisezione...
E si, il problema è che la gente associa Germania a vivisezione, e questo è assurdo.......
E chissà CHI E' l'arguta "volontaria tedesca trasferita in Italia da anni" che povera, resta sbigottita di fronte alle assurde e ridicole idee che i cani in Germania vanno alla vivisezione, perchè NON TUTTI I CANI MANDATI IN GERMANIA VANNO ALLA VIVISEZIONE.  E QUANTI ALLORA DI QUELLI DEPORTATI (MANDATI) CI VANNO E QUALI? Per caso la "volontaria tedesca" sà anche questo? E cosa fà la "volontaria tedesca" in Italia? Si "occupa" di randagi italiani? Se si, a che titolo?
In ogni caso alcuni  cani di Rieti sono stati trovati (qui): ANCHE CANI DI RIETI TRA I CENTO SALVATI IN GERMANIA, certo erano tra i fortunati non selezionati  per un laboratorio.
Ho chiesto di alcuni cani di Rieti a Hundepfoten in Not, gruppo tedesco di riferimento per un numero incalcolabile di sfortunati randagi italiani. La risposta INCIVILE la si legge (qui) ed è assolutamente inaccettabile che ad una cittadina italiana, che, come tutti i cittadini italiani, contribuisce con le tasse al mantenimento dei randagi e si occupa della loro tutela, venga  negata ogni informazione.

Ed ora Dolcerott, un'altro baciato dalla fortuna in Germania:  (qui)  

ED ERA GIA' STATO DICHIARATO ADOTTATO IN DATA 22 GIUGNO 2010
In Italia era  nel canile di Supino col nome di Bruto
DOLCEROTT IN ADOZIONE IN GERMANIA
Dolcerott  viene poi deportato in Germania senza adozione alcuna.
Di una sua adozione in Germania si parla (qui) fatta evidentemente senza nessuna conoscenza nè del cane nè della famiglia adottante, quindi nessun preaffido.
 Famiglia che dopo averlo "adottato" e si è nel mese di dicembre 2010, si è subito liberata di lui (!) perchè aveva problemi con gli altri animali di casa.
Confermato qui, e mi auguro non si pensino le sbarre tedesche migliori di quelle italiane perchè oltre il danno la beffa, è storia vecchia....
DOLCEROTT MORTO IN UN CANILE, PERO' TEDESCO, QUESTA L'ADOZIONE....
Mi auguro che chi come me soffre per queste realtà, possa essere strumento di giustizia per riscattare il dolore dei  deboli, non  solo il povero DolceRott, ma giustizia per tutti gli abusati indipendentemente dalla forma dei loro corpi dato che comportamenti  che danneggiano gli animali  esponendoli a destini di sofferenza e morte, ugualmente tradiscono i sentimenti delle persone che li amano, questo oltre alla derisione, alla diffamazione e alle minacce.

Ora  un epitaffio per Dolcerott  ma ugualmente dedicato agli sfortunati che nella realta "non tutti vanno alla vivisezione" si sono trovati fra quelli destinati a tale terrificante pratica, come per quelli  sequestrati in Germania per maltrattamenti e gli infiniti svaniti orrendamente nel nulla dopo essere stati deportati.
A Dolcerott e alle altre infinite vittime.
Che l'Universo dia loro giustizia e che riposino in pace.

Alma Galli

6 commenti:

  1. mio dio, quanto tempo da perdere... pure le immagini con arcobaleni e fiorellini. Ma andare in un canile a spalare un po' di cacca non le restituirebbe il senso della realtà, signora?

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  2. Ho pubblicato il commento di certa Greta Spitz, non è il primo dove insulta, così la si conosce. Lei signora oltre che maleducata non è "acuta" perchè avrebbe capito altrimenti che arcobaleno e fiorellini erano tristemente pubblicati nell'articolo tedesco, io come sempre, mi limito a riportare quanto altri hanno già pubblicato. Si lamenti con chi doveva occuparsi di DolceRott e ha dato l'annuncio della sua morte in questi termini.

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  3. Greta Spitz, il tempo lo sta perdendo lei... le consiglio innanzi tutto imparare a leggere, andare in canile a spalare un po' di cacca e di riprendere così il senso della realtà che evidentemente le sta scomoda. A noi è fin troppo chiara la realtà, carta canta più che queste ridicole difese alla malagestione di canili animalari. i fatti sono fatti... potete gettare fuffa finchè volete, in questi termini siete anche divertenti.

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  4. Ha ragione signora Greta, è proprio uno schifo usare la solita idiozia del ponte dell'arcobaleno e fiorellini vari di fronte a tanta tristezza, lo dica ai suoi amici di pubblicare invece dei disegnini i certificati veterinari che spiegano di cosa è morto questo povero cane e poi è da capire, in un canile lager italiano è vissuto 6 anni, in un bel canile tedesco è morto dopo un anno e mezzo più o meno.....stava troppo bene!!!
    Gabrielle

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  5. Greta Spitz, beva meno "spritz"...mi sembra chei suoi vaneggi siano causati da un eccesso di alcool...
    Concordo con quanto detto da Anonimo, tirate fuori i documenti invece di sparare cavolate.
    E si troviun altro nickname, quello che usa ricorda tanto il nome di una kapò di triste memoria.

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  6. E se chiedessimo al comune di Dolcerott che cosa esibirebbe? Un certificato di adozione e la classica foto col cane sul divano bianco o sul tappeto persiano? O magari una foto con Dolcerott abbracciato ad un bambino? Povero cane morto in un canile straniero per colpa di gente senza scrupoli e senza coscienza. Vi auguro tutto quello che voi avete fatto a lui.
    Claudia Becker

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