C'era una volta, là/ dalle parti di Chissà,/ il paese dei bugiardi./ In quel paese nessuno/ diceva la verità,/ non chiamavano col suo nome/ nemmeno la cicoria:/ la bugia era obbligatoria./ Quando spuntava il sole/ c'era subito uno pronto/ a dire: "Che bel tramonto!"/ Di sera, se la luna/ faceva più chiaro/ di un faro,/ si lagnava la gente:/ "Ohibò, che notte bruna,/ non ci si vede niente"./ Se ridevi ti compativano:/ "Poveraccio, peccato,/ che gli sarà mai capitato/ di male?"/ Se piangevi: "Che tipo originale,/ sempre allegro, sempre in festa./ Deve avere i milioni nella testa"./ Chiamavano acqua il vino,/ seggiola il tavolino/ e tutte le parole/ le rovesciavano per benino./ Fare diverso non era permesso,/ ma c'erano tanto abituati/ che si capivano lo stesso. / Un giorno in quel paese/ capitò un povero ometto/ che il codice dei bugiardi/ non l'aveva mai letto,/ e senza tanti riguardi/ se ne andava intorno/ chiamando giorno il giorno/ e pera la pera,/ e non diceva una parola/ che non fosse vera. / Dall'oggi al domani/ lo fecero pigliare/ dall'acchiappacani/ e chiudere al manicomio./ "E' matto da legare:/ dice sempre la verità"./ "Ma no, ma via, ma và ..."/ "Parola d'onore:/ è un caso interessante,/ verranno da distante/ cinquecento e un professore/ per studiargli il cervello ..."/ La strana malattia/ fu descritta in trentatre puntate/ sulla "Gazzetta della bugia"./ Infine per contentare/ la curiosità popolare/ l'Uomo-che-diceva-la-verità/ fu esposto a pagamento/ nel "giardino zoo-illogico"/ (anche quel nome avevano rovesciato ...)/ in una gabbia di cemento armato./ Figurarsi la ressa./ Ma questo non interessa./ Cosa più sbalorditiva,/ la malattia si rivelò infettiva, / e un po' alla volta in tutta la città/ si diffuse il bacillo/ della verità./ Dottori, poliziotti, autorità/ tentarono il possibile/ per frenare l'epidemia./ Macché, niente da fare./ Dal più vecchio al più piccolino/ la gente ormai diceva/ pane al pane, vino al vino,/ bianco al bianco, nero al nero:/ liberò il prigioniero,/ lo elesse presidente,/ e chi non mi crede/ non ha capito niente.


(Gianni Rodari, Il paese dei bugiardi, Le favole a rovescio).

domenica 23 settembre 2012

LALLA E TILLA , CANI ITALIANI E DEPORTAZIONI. CHRISTINE SANDER E CLAUDIA ROECKL


Pubblico due storie, purtroppo vere, che ben illustrano la realtà "animalista" che si "occupa" di ...mah, chiamiamole con grande ironia: adozioni?!

LALLA dal canile FATTORIA DI TOBIA (PALESTRINA/ROMA)
L'appello (qui) e lo riporto di seguito così resta. Si parla di cucciole di 4 mesi e NON si indica alcuna patologia o trauma subito.
LALLA IN GERMANIA:VENDUTA A CRIMINALI (QUI)
Il racconto che segue ha molti punti oscuri, ma come sempre non ci sono elementi per fare chiarezza, quindi i dubbi sono una componente invariabile della struttura di questa orrenda storia come di TUTTE le altre. Insolito è il fatto che la vittima, LALLA, sia dichiaratamente sparita in Germania dopo aver prodotto denaro a chi l'ha ceduta a criminali. 
In Germania spariscono nel nulla  ogni anno, centinaia di migliaia di cani e gatti importati, ma non viene ammesso da chi, travestendosi da "animalista", dell'importare animali e venderli magari anche a "criminali", ne ha fatto un mestiere.
L'eccezionalità della vicenda quindi non è nel fatto che Lalla sia sparita e sia stata venduta a criminali(chissà poi la verità qual'è), ma che venga detto.


Ed ecco la storia di Tilla, fortunatamente sottratta alla deportazione, non senza fatica stando a quanto dichiarato nell'articolo che segue, pubblicato nel febbraio del 2012. Anche in questo caso, eccezionale è il fatto che la vicenda sia scritta e resa pubblica. Spesso le persone hanno paura e tacciono. 


TILLA cagnolina sottratta alla deportazione in Germania (QUI) 

                                URGENTISSIMO

25 febbraio 2012
Da:   “Onesti cittadini italiani  contribuenti”
Siamo degli onest cittadini italiani contribuenti che vogliono, attraverso questo sito, portare a conoscenza di tutti gli italiani la nostra  recente esperienza, affinchè si  alzi la guardia nei confronti di chi non si può difendere.
Nel mese di ottobre 2011 siamo venuti a conoscenza di un tentativo di sottrazione di una cagnolina alla legittima proprietaria presso il Canile-Pensione  “Dog Village” di Capena di proprietà della Direttrice Sanitaria dello stesso , da parte di un’austriaca Claudia Roeckel  legale rappresentante dell’ASSOCIAZIONE ANIMALIA AMO INTERNATIONAL  con sede in Roma Via Raimondo da Capua, n. 5  che,  nel 2006  risultava avere “fatti insoluti” del 2004 per la sua “attività lavorativa”   di adozioni internazionali di cani presso il Canile di Rieti in qualità di delegata dell’Associazione tedesca  Hundpfoten in not .
La cagnolina , di proprietà di una signora di Riano (Roma) , nel mese di ottobre 2011 in seguito all’aggressione all’interno del proprio giardino, da parte di un cane tenuto da proprietario senza guinzaglio era stata  portata presso l’ambulatorio del il Canile-Pensione  “Dog Village” di Capena (Roma), la Direttrice Sanitaria, proprietario del canile, consigliava la sua soppressione per evitare alla cagnolina inutile sofferenza. La proprietaria trovandosi in uno stato di estremo stress e soffrendo di problemi al cuore dà l’assenso all’autanasia senza voler assistere e va via.
Successivamente, la Direttrice sanitaria tiene in osservazione la cagnolina la quale, nei giorni successivi, si riprende e pertanto decide di non sopprimerla senza  avvertire la proprietaria che la cagnolina era ancora in vita.
Dopo circa un mese,  per puro caso , la proprietaria viene a sapere da una conoscente, cliente della Direttrice Sanitaria, che la cagnolina non era stata soppressa e che l’indomani l’avrebbero portata in aereo in Germania per l’ adozione.
La proprietaria, intendendo riprendersi la cagnolina, sarà costretta a subire violente e reiterate pressioni da parte della Direttrice Sanitaria e della Roeckl e, la conoscente in parola, subirà anche pressioni fisiche da parte della Roeckl.
Con l’intervento della Polizia Municipale di Capena presso il  canile “Dog Village” la cagnolina  viene restituita alla legittima proprietaria.
Al  COMANDO DI POLIZIA  MUNICIPALE  di Via Don Minzoni,  n. 14, 00060  CAPENA  (ROMA)               
e stata deposita  la  richiesta di indagini al fine di quantificare il “lavoro” relativo alle adozioni internazionali dell’austriaca Claudia Roeckl .  
L’istruttoria è ancora in corso.
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Viaggiando per siti internet siamo venuti a sapere che l’Associazione tedesca Hundpfoten in not e la Roeckl  dal 2004, hanno svuotato il Canile di Rieti e, gli ultimi sfortunatissimi cani sono stati portati presso il Canile “Dog Village” di  Capena là proprio dove è successo l’episodio innanzi riportato.
DOMANDALa Roeckl  ha già provveduto a “deportare” in Germania gli ultimi sfortunatissimi cani  di Rieti dal Canile “Dog Village” di Capena?
E, ancora, è compatibile che il Direttore Sanitario di un Canile sia anche proprietario dello stesso?
Noi, onesti cittadini italiani contribuenti, che aiutiamo  cani ed i gatti abbandonati  a proprie spese, confidiamo in un immediata e doverosa diffusione del presente comunicato.

1 commento:

  1. mi chiedo dove arriva l'idiozia.. partendo dalla 1° storia, l'annuncio che a breve i cani da una struttura protetta (mi sembra di capire vista l'enfasi con cui fanno gli appelli) sarebbero stati trasferiti IN UN CANILE LAGER??? cioè in un canile fuori legge?? LAGER!!! ma siete cretine, deficienti o mentecatte? o tutte e 3? è incredibile! e la gente: sì sì condividiamo!! ma andare a.... ANDATE A!!!!!!!!
    Poi roeckle e la direttrice sanitaria del dog village... ehehehe ammazza i trucchi sono sempre quelli, non hanno assolutamente ritegno e sono felice che siano state scoperte e che chi è stato coinvolto abbia parlato e fatto intervenire le forze dell'ordine. comunque non c'è assolutamente da stupirsi, in germania vogliono così tanti cani italiani (ma taaaaaaanti!) che non bastano piû i randagi, non da ieri si fregano anche i cani di proprietà con questi trucchetti e in passato ho persino sentito che se in germania chiedevano TOT cani (magari di una certa razza) e non li trovavano, andavano in allevamento a comprarli!!!
    bhè che dire... dei veri professionisti anche nei metodi intimidatori, sempre uguali a sè stessi. dei veri protettori degli animali.

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